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      A questi tre obbietti intenderanno le costituzioni e le leggi del Governo. Voi, però che libero è il dire, aiutate gli ingegni nostri; noi accetteremo con gratitudine i consigli, li seguiremo, se buoni. Ma udite, giovani ardenti di libertà, che qui vi palesate per l'allegrezza che vi brilla negli occhi, udite gli avvisi d'uomo incanutito, più che per anni, nei pensieri di patria e negli stenti delle prigioni, correte all'armi, e siate nell'armi obbedienti al comando. Tutte le virtù adornano le repubbliche, ma la virtù che più splende sta ne' campi; il senno, l'eloquenza, l'ingegno avanzano gli Stati; il valore guerriero li conserva. Le repubbliche de' primi popoli, però che in repubblica le società cominciano, erano rozze, ignoranti, barbare, ma durevoli perché guerriere. Le repubbliche di civiltà corrotta presto caddero; benché abbondassero buone leggi, statuti, oratori, tutti i sostegni e gli incitamenti alla virtù; ma le infingarde, avevano tollerato che le armi cadessero. Perciò in voi, più che in noi, stanno le speranze di libertà. Il Governo provvisorio, nel dirsi legittimo e costituito, intende da questo istante a' debiti suoi; e voi, strenui giovani, correte da questo istante a' debiti vostri, date i vostri nomi alle bandiere di libertà, che ravviserete dai tre colori.
      L'adunanza sciolta, succederono alla contentezza pubblica molte private: il generale Championnet, che abitava la già casa de' re, allora detta "nazionale", convitò i primi dell'esercito e i maggiori del Governo e della città; altri de' rappresentanti bandirono altri conviti; gioia più grande fu nelle case di coloro che avevano patito dalla tirannide; e per fino nella plebe si videro feste, e si udirono voti per la repubblica.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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