Que' rappresentanti erano settari antichi di libertà, afflitti la più parte nelle prigioni di Stato, ed oggi appellati "patriotti" pel nome preso di Francia, onde schivare l'altro di giacobino, infamato da' mali di Robespierre. Fu primo pensiero del Governo spedire alla repubblica francese oratori di gratitudine per gli avuti benefizi, ed ambasciatori di amicizia e di alleanza; scegliendo a quegli offici il principe d'Angri, grande di casato e di ricchezza; ed il principe Moliterno anch'egli nobile e fornito di pregi più belli, cioè buona fama ed alcun fatto nelle armi, lontano da' club, capo sincero del popolo nella ultima guerra contro i Francesi; e quando la plebe imperversò, fuggitivo, non traditore; ma dava sospetto al giovine Governo, così che, onorandolo del carico di ambasciatore, lo discacciò. Il duca di Roccaromana, propenso a femminili lascivie, avendo scarse le forze alle ambizioni del dominio, restò scordato negl'inizi della repubblica. I sensi che prima spuntarono in quel Governo furono dunque i sospetti: innati a reggimento libero, stimoli alla virtù ne' grandi Stati, alle discordie ne' piccoli; e perciò dove sostegno e dove precipizio di libertà.
Un decreto divise lo Stato in dipartimenti e "cantoni", abolendo la divisione per province, e mutando i nomi per gli antichi di onorate memorie. In esso i fiumi, le montagne. le foreste, i termini di natura si vedevano capricciosamente messi nel seno de' dipartimenti o dei cantoni, e talvolta delle comunità: scambiati i nomi, creduto città un monte e fatto capo di cantone, il territorio di una comunità spartito in due cantoni, certi fiumi addoppiati, scordate certe terre; insomma, tanti errori che si restò all'antico; e solo effetto della legge fu il mal credito de' legislatori.
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