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      Perciò gli Altamurani, difendendo le brecce col ferro, e con travi e sassi, uccisero molti nemici; e quando videro presa la città, quanti poterono uomini e donne, per la uscita meno guernita, fuggendo e combattendo scamparono. Le sorti de' rimasti furono tristissime; ché nessuna pietà sentirono i vincitori: donne, vecchi, fanciulli uccisi; un convento di vergini profanato; tutte le malvagità, tutte le lascivie saziate; non ad Andria e non a Trani, forse ad Alessia ed a Sagunto (se le antiche istorie son veritiere) possono assomigliare le rovine e le stragi d'Altamura. Quello inferno durò tre giorni; e nel quarto il cardinale, assolvendo i peccati dell'esercito, lo benedisse, e procedé a Gravina, che pose a sacco.
      XXIV. Più lente, non meno felici erano le bande di Pronio, Sciarpa, Mammone e di altri guerrieri di ventura, che tutto dì giravano con la fortuna; sì che non mai tanto poterono le ambizioni, né tanti mancamenti si videro. Il cardinale accoglieva lieto i traditori, lodava le tradigioni, prometteva a maggior opera che giovasse (benché fusse delitto) maggior premio; imperversarono allora i rei costumi del popolo. Le città repubblicane della Basilicata, valorosamente combattendo, si arresero a Sciarpa con patto di serbar vita, libertà e propri beni sotto l'antico impero de' Borboni; le province di Abruzzo, fuorché Pescara e poche terre che i Francesi guardavano, e di Calabria e di Puglia erano tornate intere al dominio del re; nella sola Napoli, e in poca terra intorno stringevasi la repubblica. Il generale Macdonald, pregato a mandar soldati contro i ribelli, rispondeva che ragioni di guerra lo impedivano. Stavano ansiosi non sconfidati i repubblicani, allorché il generale, pigliando a pretesto la dechinante disciplina che in deliziosa città provano gli eserciti, annunziò che anderebbe a campo in Caserta; nascondendo le sventure d'Italia e Scherer battuto più volte dagli Austro-Russi, e la battaglia di Cassano perduta da Moreau, e Milano presa da' nemici, e il Po valicato, ed occupate Modena e Reggio, e i popoli d'Italia, sconoscenti o adirati de' patiti spogli, patteggiare co' nemici della Francia.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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