Ma l'industria de' Borboniani, divulgando quegl'infortuni, palesava gl'inganni del generale francese: che però, da vari sdegni commosso, bandi leggi così:
Ogni terra o città ribelle alla repubblica sarà bruciata e atterrata;
I cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, gli abati, i curati, e in somma tutti i ministri del culto saranno tenuti colpevoli delle ribellioni de' luoghi dove dimorano, e puniti con la morte;
Ogni ribelle sarà reo di morte, ogni complice, secolare o cherico, sarà come ribelle;
Il suono a doppio delle campane è vietato; dove avvenisse, gli ecclesiastici del luogo ne sarebbero puniti con la morte;
Lo spargitore di nuove contrarie a' Francesi o alla repubblica Partenopea sarà, come ribelle, reo di morte;
La perdita della vita per condanna porterà seco la perdita dei beni".
Stando a campo in Caserta l'esercito di Macdonald, sbarcavano da navi anglo-sicule alle marine di Castellamare cinquecento soldati del re di Sicilia e buona mano d'Inglesi; le quali genti, aiutate da' Borboniani e dalle batterie delle navi, presero la città ed il piccolo castello che sta in guardia del porto. Padroni del luogo, uccisero molti della parte contraria, e lo stesso presidio dei forte, benché di Francesi datisi per accordi. Corsero a quel romore i terrazzani dei paesi vicini, Lettere, Gragnano e i rozzi abitatori de' monti soprastanti; Castellamare, città bellissima, stava dunque a sacco e a scompiglio. E nel tempo stesso un reggimento inglese e non piccola turba di Borboniani, sbarcati presso a Salerno, presero quella città, rivoltarono a pro dei re Vietri, Cava, Citara, Pagani, Nocera, poco uccidendo, rapinando molto, e formando a truppe que' tristi che accorrevano disordinatamente più al bottino che alla guerra.
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