Frattanto a' dì sette di maggio, levato il campo di Caserta, mosse l'esercito diviso in due; l'uno guidato da Macdonald per la via di Fondi e Terracina e col gran parco di artiglierie e con la bagaglie, l'altro sotto Vatrin per Sangermano e Ceperano. E nel tempo stesso il generale Coutard, comandante negli Abruzzi, raccolte le squadre, andava per le vie più brevi nella Toscana, confidando le fortezze di Civitella e Pescara ad Ettore Caraffa; il quale, tornando i Francesi dalla Puglia, era passato con le sue genti negli Abruzzi. Macdonald e Coutard procederono senza contrasto; Vatrin superò, combattendo, Sangermano; e giunto ad Isola, piccola terra presso a Sora, fu arrestato. Quella terra prende nome dal vero, imperciocché due fiumi (fonti copiose del Garigliano) la circondano, ed a lei si giunge per ponti che i Borboniani avevano rotti; cosicché dietro i fiumi ed il muro di antica cinta stavano sicuri ed audaci. Vatrín mandò a parlamento per aver passaggio ch'egli prenderebbe, se negato, con la forza dell'armi; ma i difensori, spregiando o non conoscendo le regole sacre dell'ambasceria, per colpi di archibugi scacciarono il legato. Erano i due fiumi inguadabili, cadeva stemperata la pioggia, mancavano le vittovaglie a' Francesi: divenne il vincere necessità. La legione Vatrín, costeggiando la riva manca di un fiume, e la legione Olivier la diritta dell'altro, cercavano un guado; e non trovato, costrussero un ponte di fascine, di botti e di altri legni, debole, piccolo, non atto a' carreggi di guerra ed all'accelerato passaggio di molte genti; e perciò mezza legione andando per il ponte aiutava con mani e con funi l'altra metà che a nuoto valicava; e tutta intera, passate l'acque, giunse a' muri.
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