Le genti che assalivano la inferma repubblica erano adunque Napoletani, Siculi, Inglesi, Romani, Toscani, Russi, Portoghesi, Dalmati, Turchi; e nel tempo stesso correvano i mari del Mediterraneo flotte l'une all'altre nemiche e potentissime. La francese di venticinque vascelli, la spagnuola di diciasette, la inglese di quarantasette, in tre divisioni; la russa di quattro, la portoghese di cinque, la turca di tre, la, siciliana di due; e delle sete bandiere che ho indicate, le fregate, i cutter, i brick erano innumerabili. Stavano da una parte Francesi e Spagnuoli, settanta legni; stavano dalla opposta novanta o più. Si aspettava in Napoli per le promesse del Direttorio francese la flotta gallo-ispana.
XXIX. Acciò le amiche navi arrivassero in porto sicuro ed utilmente alla repubblica, bisognava respingere o trattenere le truppe borboniane, che grosse venivano a stringere la città. Tenuto consiglio per la guerra, il generale Matera, napoletano, fuggitivio in Francia l'anno 1795, tornato in patria capo di battaglione, fatto generale della repubblica, valoroso ne' combattimenti, sciolto di morale e di coscienza, propose adunare in un esercito le milizie sparse in più colonne, accresciute di mille Francesi dei Presìdi delle fortezze, promesse a lui dal capo Megean a patto e prezzo di mezzo milione di ducati; forti perciò le squadre della repubblica per numero e per arte, andar con esse ad assalire la banda maggiore del cardinal Ruffo, distruggerla; imprigionare, se fortuna era proprizia, il porporato; e quindi volgere alle bande di Pronio, Sciarpa, Mammone, che troverebbero debellate prima dal grido che dalle ami. Stessero chiusi a guardia dei castelli i partigiani di repubblica; la città corresse la fortuna delle fazioni, sino a ché le medesime squadre repubblicane, vincitrici nella campagna, tornassero a lei per il trionfo, ed a castigo de' ribelli.
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