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      Né mancò in tanta licenza di pene la spinta degli odi o delle avarizie private, mandando in esilio, sotto pretesto di ragion di Stato, il nemico, il creditore, l'emulo, il rivale; per lo che si tollerarono traditori o spie i servi, le domestiche persone, gli amici, i congiunti, il fratello, la moglie. I costumi, già fiaccati dalle condizioni antiche del regno e dalle più recenti narrate nei primi libri di queste Istorie, caddero affatto in quell'anno 1799 sotto innumerabili esempi di virtù punita e di perversità rimunerata.
      VIII. Imperciocché, mentre la tirannide abbatteva i migliori, innalzava gli empi e li arricchiva di doni e di fregi chiamati onori, comunque a vergogna si volgessero. Al cardinal Ruffo il re diede in benefizio la badia di Santa Sofia con l'entrata di novemila ducati, perpetua nella famiglia, ed altre terre che fruttavano quindicimila ducati a pieno e libero possesso, e l'uffizio di luogotenente del regno con lo stipendio di ventiquattromila ducati all'anno; largità nuove, solamente possibili dove gli affetti del re sono leggi allo Stato. Lettere che accompagnavano i doni esprimevano la regia benevolenza e la gratitudine per il ricuperato regno. Altre lettere dell'imperatore delle Russie Paolo I dicevano al cardinale che per la brillante impresa delle Calabrie egli nel mondo era segno di ammirazione ai virtuosi, e perciò lo nominava cavaliere degli Ordini di Santo Andrea e Santo Alessandro; ad un fratello del cardinale, capitano in ritiro, fu dato grado di colonnello e pensione di tremila ducati all'anno; i vescovi di Capaccio e di Policastro ebbero benefizi ecclesiastici e doni, terre, pubblici uffizi; il cavaliere Micheroux ottenne grado di maresciallo e splendido impiego in diplomazia, e ricchi stipendi; il De Cesare, servitor di livrea in Corsica, falso duca di Sassonia in Puglia, fu generale; Pronio, Fra Diavolo, Mammone, Sciarpa e tutti i capi delle bande regie, nominati colonnelli, baroni la più parte, e insigniti dell'Ordine costantiniano, arricchirono di pensioni e di terre.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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