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      Un tal Carbone, solamente soldato nel vecchio esercito, ed un tal Nunziante, foriero, carpirono il grado di colonnello; altro soldato di nome Pastore si disse, con più modestia, maggiore; tutti i fratelli di Fra Diavolo, uomini di marra o di arti abbiette, comparvero capitani; ed oltre a' suddetti, altri colonnelli, maggiori ed uffiziali di tutte le armi, come volle vaghezza o caso, andavano a folla. Poi succedendo agli abiti esterni le ambizioni, quegl'idioti, per bassezza di natali e di costume disadatti al nobile mestiero delle armi, pretendevano serbare nel nuovo esercito gli assunti gradi. Tra le quali sregolatezze d'interessi e di voglie, bisognando arti sottili a ricomporre l'esercito, tenuto consiglio, dove il cardinal Ruffo espose veracemente la mala indole dei predoni che lo avean seguìto, il re dettò parecchie ordinanze o dispacci, che in complesso dicevano:
      Poiché la guerra del 1798 fu perduta per tradimento di molti uffiziali dell'esercito, noi vogliamo che quei ribelli (sia che malamente servissero, sia che pigliassero impiego militare o civile nella Repubblica) restino esclusi dalla milizia.
      Sarà riputato reo di maestà chiunque servì quello illegittimo reggimento, e più reo se nelle armi, e peggio se guerreggiando contro le nostre insegne; e reo di morte se, spinto da perfidia e ostinatezza, ne tornò ferito.
      Ma volendo dare alcuno sfogo alla nostra naturale clemenza, e qualche perdono alle giovanili sconsideratezze, ed alcuna mercede al ravvedimento, vogliamo che sieno raccomandati alla nostra grazia quegli uffiziali che, obbligati da povertà, per bisogno di vita servirono i ribelli, rifiutando bensì di combattere contro le nostre insegne, o che all'aspetto di esse disertarono, o che, per maggior fede e ravvedimento, uniti alle truppe regie, si volsero contro i nostri nemici.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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