Bizzarre ordinanze di quattro eserciti; stando i due maggiori nel mezzo, ed a' fianchi ed alle spalle eserciti minori ma considerevoli. Ottantamila soldati obbedivano a Buonaparte; cento e seimila a Melas, non computando gli Alemanni di Ancona e di Toscana. Bisognavano giorni a Melas, battaglie a Buonaparte; ma quegli, sentito il bisogno di aprirsi un cammino con l'esercito di Mantova, e confidando nella dispersione de' campi francesi, nel maggior numero dei combattenti, e nelle rimembranze delle fresche vittorie sopra gli eserciti della Repubblica, raccolse intorno ad Alessandria trentunomila soldati, de' quali ventitremila fanti, ottomila cavalieri, ed artiglierie poderose: fece occupare innanzi alla Bòrmida e render forte il villaggio di Marengo, che dall'alto vede vasta pianura; solo terreno in quella parte di Italia non segato di canali, dove la cavalleria, ne' Tedeschi più forte, potesse volteggiare agevolmente.
Così stavano le cose al 12 di giugno. Moti celeri ed universali d'ambe le parti confondendo le relazioni delle spie, de' prigioni, de' disertori, facevano incerta la posizione degli eserciti. Buonaparte al dì seguente fece assalire Marengo; e poi che i Tedeschi, forse ad inganno, lo abbandonarono, egli, dubbioso de' pensieri di Melas, tenute lontane alcune legioni, altre allontanate, accampava dietro a Marengo con quindicimila fanti, tremilasettecento cavalieri. Fu perciò come sorpreso l'abilissimo capitano quando agli albòri del dì 14 vide sboccare dalla Bòrmida sopra tre ponti colonne poderose di Tedeschi. Potea, volgendo cammino, schivar la battaglia; ma con onta del nome, e concedendo al nemico ciò che più bramava, un varco per l'alta Italia; quindi accettarla, rivocare in fretta le distaccate legioni, confidare nel valore delle presenti, nelle arti proprie, e nella fortuna, furono i suoi proponimenti.
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