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      Diceva sovente nel suo dolore, né saprei se a maraviglia o a conforto: - La battaglia era vinta per noi, ma quegli è l'uomo del destino. - Gli lacerava il cuore l'avviso decantato della vittoria, ed arrossiva della vergogna di mandare altri nunzi di dolenti venture. Aveva scritto nel primo foglio: "Per lunga e sanguinosa battaglia ne' piani di Marengo, le armi di Sua Maestà l'imperatore hanno battuto compiutamente l'esercito francese condotto in Italia e comandato nell'azione dal generale Buonaparte. Altro foglio dirà i particolari della battaglia, ed i frutti della vittoria, che nel campo stan raccogliendo i luogotenenti generali Ott e Zach. Di Alessandria, il 14 giugno del 1800, al cadere del giorno". Poi scrisse: "Cadente il giorno, il nemico, afforzato da esercito novello, combattendo negli stessi campi di Marengo per gran parte della notte, ha battuto il nostro esercito vincitore nella giornata. Ora noi, accampati sotto le mura di questa fortezza, raccogliamo i miseri avanzi della battaglia perduta, e consultiamo de' rimedi, per quanto ne concede lo stato delle cose, o la fortuna del vincitore. Di Alessandria, alla mezzanotte del 14 al 15 di giugno".
      Alla prima luce del giorno, le già formate colonne dei Francesi assalirono il campo che guardava i tre ponti della Bòrmida; e lo espugnavano, se Melas non mandava oratore a Buonaparte per trattare accordi; e poiché l'esercito francese abbisognava di riposo e di migliori ordinamenti, il Primo consolo mandò negoziatore in Alessandria il generale Berthier, che, per non lungo discorso con Melas, stabilirono:
      Armistizio sino alle risposte da Vienna su le proposizioni di pace che farebbe il Primo consolo all'imperatore Francesco;


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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