XXI. E questo armistizio e l'altro di Treviso avevano quetate le discordie, allorché si udì che il re di Napoli mandava tre legioni contro pochi Francesi stanziati nella Toscana. Da lungo tempo i reggitori dello sciagurato regno, da infelici destini o da mala coscienza dissennati, brandivano le armi quando ragion di Stato consigliava a deporle. Veramente mossero il 14 di gennaio, non ancora noto l'armistizio di Treviso; ma sapevano l'altro di Steyer, e le disavventure in Italia di Bellegarde. Che che fosse di quel consiglio, il general Damas, con diecimila soldati uscito di Roma, si avanzava contro Siena, e lo secondavano le rinate torme di Arezzo. Miollis, ardito e celere, sguernì Livorno, abbandonò Firenze e andò in colonne contro Damas; il quale, dopo aver fugata da Siena piccola mano di Francesi, e posto il campo in Monte Regioni, vi fu scontrato dall'avanguardo nemico. Erano disuguali le schiere combattenti, perché i Francesi metà dei Napoletani; ma questi, guerrieri la più parte della Santa Fede, guidati da uffiziali della stessa insegna, niente esperti alla guerra campale, e già scorati dal grido delle vittorie francesi nella Germania e nell'Italia. Fu quindi breve il conflitto: i Napoletani fuggendo traversarono Siena; il generale Damas, con alcuni squadroni di cavalli e con batterie di cannoni acconciamente postate, trattenendo i Francesi, raunò i fuggitivi e li trasse nel territorio romano. Il generale toscano Spannocchi, che sosteneva con pochi battaglioni le bande di Arezzo, si ritirò; quelle bande si sciolsero. Il generale Sommariva, comparso sopra i monti, tornò ad Ancona. E Miollis, lasciato in Siena grosso presidio, ripigliò i quartieri di Firenze e Livorno.
| |
Treviso Napoli Francesi Toscana Stato Treviso Steyer Italia Bellegarde Damas Roma Siena Arezzo Livorno Firenze Damas Siena Francesi Monte Regioni Francesi Napoletani Santa Fede Germania Italia Napoletani Siena Damas Francesi Spannocchi Arezzo Sommariva Ancona Miollis Siena Firenze Livorno Miollis
|