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      Quella pace rallegrò il mondo; solamente piangevano di giusto dolore i Toscani per la perdita del buon principe Ferdinando III; e di lagrime amare, ma debite, la Casa di Napoli e i partigiani di lei. Pure la sorte aiutò questi, perché da Vienna la regina Carolina per lettere e ambasciatori al sovrano di Russia Paolo I, mostrando i pericoli della Casa, dimandò soccorsi non d'armi, ma di nome; dire al Primo consolo (e la voce basterebbe) che non atterrasse il trono di Napoli; e quello imperatore, vago della bella gloria di farsi scudo alla infelicità di un monarca, scrisse lettere commendatrici a Buonaparte, e spedì oratore il conte Lavacheff. Il quale, vista in Vienna la regina e preso di riverenza e di ammirazione per lei, donna grande e rispettabile nei precipizi della fortuna quanto volgare o peggio nelle felicità, andò caldo intercessore a Parigi, ed ottenne comando di Buonaparte a Murat per trattare accordi con Napoli.
      Stava sempre in Roma con le milizie napoletane il generale Damas, e perciò da Foligno Murat a lui scrisse in questi sensi:
      L'affetto dell'imperatore di Russia per il re di Napoli ha fatto dimenticare al Primo consolo tutte le ingiurie di quel re al popolo francese. Ma frattanto, quasi credendosi più forte degli altri principi che han cercato nella pace la salvezza de' loro troni, è rimasto in armi: si disinganni. E voi, generale dell'esercito napoletano, sgombrate subito gli Stati del papa e 'I castello Santangelo. Il Primo consolo mi vieta di negoziare prima che non siate tornati nei confini del regno. Non le vostre armi, non il vostro contegno militare; il solo imperatore delle Russie, per la onorevole stima che il Primo consolo a lui porta, può proteggere il vostro re, il quale per meritarsi la continuazione delle grazie di quel monarca, impedisca i porti delle due Sicilie alle navi inglesi, e metta embargo (il sequestro) su le presenti, a ricompensa di ciò che la Inghilterra fece ingiustamente sopra i Danesi, gli Svedesi ed i Russi.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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