Lo ammirava il popolo per il bello aspetto, per le fogge d'abito straniero e vago, e per la gran fama di guerra; l'onoravano il principe Francesco reggente, i Reali ed i ministri della Casa per l'allegrezza della pace e per gli usi di Corte; ed al suo partire, il reggente, a nome del re, gli fece presente di brando ricchissimo, non sapendo in quel tempo la Casa dei Borboni quali destini per lei stessero nascosti nella spada di Murat.
Uscirono al tempo stesso dal regno le milizie russe, che, venute in poco numero nemiche della Repubblica partenopea, l'anno 1799, accresciute per i casi di guerra nelle isole Ionie, stanziate per pigliar consiglio e destro dagli avvenimenti; ora, fatta in Amiens la pace, tornavano richiamate in Russia. Cosicché pacificato il mondo, e libero il regno di genti straniere, venne in Napoli da Sicilia il re Ferdinando, tra feste piuttosto vere che prescritte, perché ammirato dopo tanti casi di fortuna, e come portando seco il destino indomabile di grandezza. Indi a due mesi giunse da Vienna la regina, che, sebben fosse cagione più vera della salvezza della corona, fu, per la sua mala fama e le passate memorie, meno gradita. Riunita la regal famiglia e felice, strinse doppie nozze con la Casa spagnuola, maritandosi al principe Francesco di Napoli, rimasto vedovo, la infanta di Spagna Isabella, ed a Ferdinando principe di Asturia Maria Antonietta principessa di Napoli. Navilio spagnuolo venne a servizio di questa principessa; e quindi unito a naviglio napoletano, che andava col principe Francesco a Barcellona per accogliere la principessa Isabella, navigarono insieme; e quello di Napoli tornò con gli sposi il 19 di ottobre del 1802. Per la gioia della pace, del ritorno dei principi e delle nozze, furono continue feste nella reggia e nella città.
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