Quindi splendido navilio e convoglio per terra condusse l'Ordine intero nelle nuove stanze di Catania, dove pareva che fermasse; ma più grandi speranze e disinganni gli erano destinati, però ch'egli moriva necessariamente dalle cambiate costituzioni di alcuni regni e dalla migliorata civiltà, benché apparisse che lo percuotevano la guerra e la forza.
Le ostilità tra la Francia e la Inghilterra proruppero, come nelle private nemicizie, ad atti vili e nefandi; non vergognò il Governo inglese di congiurare con piccolo numero di fuggitivi francesi la morte di Buonaparte; né Moreau, generale chiarissimo francese, si ritenne dal consentire alle pratiche inique de' congiurati; mentre stava in Ettenheim, prossimo al Reno, il duca d'Enghien, di regio sangue, preparato ad entrar con le armi nella Francia. Ma palesate le trame, condannati i colpevoli altri alla morte, altri all'esilio, tra' quali Moreau; il giovine Enghien, sicuro in terra neutrale, sorpreso di notte da mano potente di gendarmi francesi, e menato in Francia, per iniquo giudizio militare fu messo a morte. Crebbe il Primo consolo in potenza, scemò in fama; né bastò ingegno proprio e di altrui ad onestare la mal'opera, che andrà sempre odiosa compagna con la grandezza della sua vita. Vero è che altri nomi si udirono avvolti nella stessa infamia; tra' quali si tacciava il generale Murat, governatore a Parigi; ma il tempo, chiaritore delle dubbie cose, accumulò tutte le colpe sul consolo e sugli ultimi esecutori, che, per bassezza scomparendo dalla istoria, lasciano nella brutta scena lui primo e solo.
Il quale, volgendo a sua fortuna i pubblici eventi o buoni o tristi, tolse da que' pericoli argomento di assodare con le constituzioni dello Stato la sua possanza, e richiedente in segreto, richiesto in pubblico dal Senato, fu imperatore per voto unanime del popolo francese.
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