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      E vari furono i movimenti, perché di questi è cagione meno la spinta che la natura del suolo dove gli edifizi sono fondati; la città d'Isernia, lunga un miglio e solamente larga quanto le case che fiancheggiano una strada, cadde metà, cioè tutto l'ordine verso oriente, lasciando intero il resto. ll terreno, fèsso a rete, e in certi luoghi tanto ampiamente, che subissò in voragini; uscivano dai fèssi fiamme lucenti, e la cima del monte Frosolone brillava quasi ardente metèora. Gli abitanti di quella infelice regione avevano sentito nel mattino del 26 straordinaria lassezza, e puzzo come di zolfo, noioso allo odorato ed al respiro; viddero alle ore quattro dopo il mezzogiorno annubilato il cielo, e correre i nugoli come turbine impetuoso gli spingesse, mentre che in terra nessun vento spirava benché leggerissimo, ma col cader del sole si alzò fiero aquilone, che poi cedé allo scoppio del tremuoto, mutandosi a spaventevole rombo. La prima scossa fu leggiera e da pochi avvertita, ma succederono tre altre nel breve tempo di venti secondi, furiose, crescenti, produttrici delle rovine e dei guasti che ho accennato. Anche la contea di Molise ebbe le sue maraviglie di fortuna; e come in Calabria visse sotto alle rovine per undici giorni Eloisa Basili, così nella terra di Guardia Regia aspettò sotterra dieci giorni ed otto ore Marianna de' Franceschi, gentildonna, giovine, bella, che appena compieva i venti anni; se non che la Basili visse mesta, e poco di poi morì, e l'altra, ripigliando sanità e letizia, ebbe ventura di lunga vita, di marito e di figli.
      Quel tremuoto fu sentito nelle parti più lontane del regno, e, traversando il mare, nelle isole di Procida ed lschia. Napoli fu scossa fortemente, così che alcune case rovinaroro, molte furono fèsse, nessuna illesa, o poche.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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