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      Questo esercito e lo svedese agirebbero ad offensiva; l'esercito di mezzo, nella Baviera, si terrebbe in difesa per dar tempo ai Russi di giungere nell'Alemagna e spiegarsi a seconda linea dei Tedeschi. I capitani più chiari di quei regni, e il re di Svezia, l'imperator d'Austria e l'imperator di Russia, gli arciduchi Ferdinando, Carlo, Giovanni andavano al cimento, quali a combattere, quali ad animare i combattenti. Fra tutti alzava grido il general Mack, e prometteva difendere la Baviera ed armeggiare finché giungesse la forza de' Russi. All'entrar del settembre dovevano muovere contemporanei gli eserciti, com'era prefisso dall'Inghilterra per patto necessario dei sussidi; avvegnaché ì preparativi contr'essa di Buonaparte in quel mese compivano, ed era la stagione propizia a valicare con piccole navi la Manica.
      Su la riva della quale, trecento leghe lontane dalla Baviera, attendavano le maggiori milizie della Francia; sì che gli alleati credevano vincere paesi vòti di guardie. Ma quel sommo, che già previde i pericoli, aveva provvisto a' rimedi, ed apprestate in tal maniera le forze proprie e dei suoi conlegati (pochi e piccoli principi della Germania) da giungere in breve tempo sul Reno, indi alle terre sperate dal nemico facil conquista. Sfuggivagli la impresa d'Inghilterra; ma cercando altrove ricompensa di gloria e di vendetta, sguernì le coste dell'Oceano, e per le vie più spedite inviò, ne' primi giorni del settembre, numerose squadre a' prefissi luoghi.
      Andò a Parigi per altri armati ed altre mosse, e promettendo vincere, si partì. Non erano intimate le nemicizie, ma in quei giorni medesimi, a' 3 di settembre del 1805, l'imperatore Francesco, parlando agli eserciti, scoprì la guerra; ed ai 7 dello stesso mese l'oste guidata, sotto il nome dell'arciduca Ferdinando, dal general Mack, ruppe il confine della Baviera, valicando la Salza in Burghausen e cacciando in Franconia l'esercito ed il re di quel regno; ma le genti amiche dell'Austria, russe, inglesi, svedesi, napoletane, indugiavano; era uscita in campo Austria sola, mirabile nelle sventure per costanza del principe ed obbedienza de' soggetti; ond'ella si vanti meritamente de' maggiori successi politici e guerrieri, ché tutta l'ostinatezza inglese e la iattanza dei Russi non valsero quanto metà della sua fermezza.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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