Ma il dì 22 di luglio, incontrato nel grosso dell'Oceano dall'ammiraglio inglese Calder, che aveva quindici vascelli, fu assalito; e, per i difetti delle coalizioni e le migliori arti marinaresche degl'Inglesi, Villeneuve, più forte di cinque navi, restò vinto, e si riparò co' legni malconci che gli restavano dentro il porto del Ferrol, indi a Cadice. Sopravenne, come testé ho rammentato, l'abbandono della impresa d'Inghilterra, scemò l'importanza delle battaglie di mare; ma correva maligna la fama dell'ammiraglio Villeneuve.
Il quale avendo quarantasei tra vascelli e legni minori, credendo assai men forte innanzi Cadice l'ammiraglio Nelson, pensò agevole il vincere; e la vittoria sopra il più grand'uomo di mare dell'Inghilterra e del secolo, dover essergli ristauratrice delle patite sventure nell'Oceano e in Egitto. Così lieto, il 19 di ottobre, uscì dal porto, e per due giorni navigarono a fila Nelson e Villeneuve; ciascuno inteso a scegliere il tempo e le ordinanze per combattere. Il dì 21 si affrontavano nelle acque di Trafalgar, e seguì battaglia sanguinosa, stupenda per virtù e per valore; della quale non fo racconto perché serbato allo storico felicissimo delle gente di Francia; e solamente ne dirò quello che importi alla piccola nostra fatica, o che, per la maraviglia de' casi e per gl'insegnamenti che ne derivano, diviene istoria di ogni età e di ogni popolo.
Gl'Inglesi con quaranta navi restarono per ardite ordinanze vincitori di nemico più forte, imperciocché Villeneuve sperava dar battaglia in linee parallele; e Nelson, procedendo a colonne, sfondava in due punti l'ordinanza francese, e combattendo con tutti i suoi legni parte dei legni del nemico, la inferiorità scompariva.
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