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      Aspetterete per il primo caso il comando di muovere, provvederete al secondo col vostro senno. Serbo ancora speranza di mantener pace col re di Napoli, per non avere guerra lontana e nemici da combattere, in Italia, a fronte, a fianco.
      Ma se voi foste primo a muover guerra, avanzate sopra Napoli; discacciate l'attuai governo; sciogliete l'esercito napoletano, formando a battaglioni i volontari e i partigiani de' Francesi, che dopo la tirannide patita, dovrebbero esser molti ed ardenti; disponete le forze ad impedire gli sbarchi d'Inglesi e Russi, o batterli se sbarcati.
      Demolirete le fortezze, come verranno in vostre mani, e preparerete le mine sotto i castelli della città.
      Fornirete a lungo assedio la fortezza di Pescara, e ne darete il comando al generale Regnier.
      Questa fortezza importante, quando a voi convenisse invadere il regno, diverrebbe di maggior momento nel caso di tener fronte ad esercito più potente d'Inglesi, Russi e Napoletani.
      Ed allora voi contrasterete il terreno piede a piede, per impedire al nemico di giugnere alle spalle del nostro esercito d'Italia, prima che le certe sventure delle armi austriache in Germania non abbiano richiamato dall'Adige o dal Mincio il principe Carlo.
      Saranno dunque le vostre parti, se di assalitore, conquistare il regno e conservarlo; se di assalito, impedire al nemico il cammino verso il Po.
      Per le quali lettere il generale Saint-Cyr, disposto l'esercito al doppio scopo, attendeva il comando dell'imperatore o gli eventi. Giunse il comando che imponeva uscir dal regno le schiere francesi, però che il re di Napoli avea confermato i patti di amicizia per nuovo trattato conchiuso a Parigi tra 'l ministro Talleyrand per la Francia, e 'l marchese del Gallo per Napoli, il giorno 21 di settembre del 1805; il qual trattato stabiliva, dalla parte del re, neutralità nella guerra presente, mantenimento con tutte le sue forze di terra e mare delle ragioni di Stato neutro, impedimento agli sbarchi di soldati o alla entrata ne' porti di legni contrari alla Francia, promessa e debito di non affidare ad alcun forestiero il comando delle milizie napoletane o di alcuna fortezza; e dalla parte dell'imperator dei Francesi, lo sgombro, in trenta giorni, dell'esercito di Saint-Cyr.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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