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      Chi leggesse le costituzioni dell'Austria o giudicasse di lei dai paesi vinti, crederebbe sfortunati e scontenti i suoi popoli; ma chi, vivendo in Austria, meglio consideri la natura de' principi, la natura de' popoli, l'amore veramente paterno dei primi, la figliale sicurezza degli altri, la polizia troppa ma giusta, il codice criminale barbaro ma sincero, le pene, benché aspre, conformi al sentir tardo di quelle genti, e poi lo studio de' magistrati di piacere al popolo, la povertà soccorsa, l'agiatezza comune, il viver lieto, e cento altre municipali usanze fondamento di civiltà; cessa la maraviglia di veder popolo, beato de' suoi legami, correre volontario alla guerra dietro la voce dell'imperatore che paternamente lo invita. Debbesi a questa politica simpatia dei sudditi e del principe il miracolo, nel passato, di aver sostenuta mole sì grande di eserciti e di sventure, e nel presente, la concordia, sola in Europa, dei soggetti e dei reggitori. Ché dal dominio assoluto, ma di padre o di principe benignamente riformatore, può derivare (per quanto dura il bisogno di passiva obbedienza) stato comportabile o felice, come l'essere governati dalla sfrenata potenza di re nemico, è la miseria estrema di un popolo.
      Per lo editto dell'imperator Francesco entrarono a Vienna i Francesi, quasi amici, nel giorno 18 di novembre, e le milizie viennesi guardavano i posti interni della città, e per fino le stanze dove l'imperator nemico albergava. Nel giorno medesimo l'avanguardo francese valicò il Danubio, e tutta l'oste nei seguenti giorni procedé verso di Olmutz, dove unito e possente stava l'esercito austro-russo. L'imperatore Alessandro tra le file dei soldati andava rammentando il facile trionfo dei popoli del Settentrione sopra genti molli per natura e per uso, guerreggianti nel verno sotto cielo inclemente; ma, più fiero, il general Kutusow prediceva poca gloria alle bandiere dei Russi, perché al primo vederle fuggirebbe il nemico.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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