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      Aver dunque i Borboni di Napoli cessato di regnare, e de' suoi precipizi esser cagione l'ultima perfidia della regina; andasse ella in Londra, accrescesse il numero dei briganti".
      Fa maraviglia osservare dalle narrate cose che a' 17 di ottobre cedesse a' Francesi la fortezza di Ulma, dandosi prigione il maggiore esercito tedesco, ed a' 26 di quel mese il re di Napoli ratificasse la lega con la già debellata Casa d'Austria; che a' 13 di novembre i Francesi occupassero Vienna, città capo dell'Impero, non essendo bastati a difenderla i freschi eserciti austro-russi, e sette giorni più tardi ricevesse il re ne' suoi porti le armate inglesi e moscovite, facendo la nemicizia e la mancata fede irrevocabili e manifeste; e che, già succeduta la pace di Presburgo, stessero le milizie napoletane, a documento di ostilità, su le frontiere del regno, pronte con gl'Inglesi a prorompere negli Stati d'Italia. Le quali stultizie traggono cagioni dall'odio cieco de' sovrani di Napoli alla Francia, e dell'arrendevole servitù de' ministri, e da ignoranza comune.
      XXXI. L'esercito di Saint-Cyr, destinato a conquistar Napoli, era forte di trentaduemila combattenti; ma stando in cammino, lo raggiunsero altre schiere, e duce sopra tutte il maresciallo Massena, il quale in tre colonne, una del centro di quindicimila soldati, altra di sinistra di dodicimila e la terza di diecimila Italiani, procedeva a gran giornate verso il regno. Veniva con l'esercito, portando nome di principe dell'Impero e luogotenente dell'imperatore dei Francesi, Giuseppe Buonaparte, fratello a Napoleone; si che celeremente avanzavano la vendetta, la conquista e nuovo re. I generali russi ed inglesi, agli annunzi che succederono rapidamente della presa di Vienna, della battaglia d'Austerlitz, della pace di Presburgo e del vicino al regno esercito francese, convenuti a consiglio nella città di Teano, deliberavano se difendere Napoli o abbandonarla.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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