Santa Teodora tornò in Napoli, e, narrando le udite o viste cose, ebbe comando di aspettare presso a Giuseppe qualche opportunità per la pace. Procedendo le colonne francesi e quasi toccando la frontiera del regno, non rimaneva speranza che nel popolo.
Sorgeva nella città presso al mare su la riva di Chiaia piccola cappella votiva a sant'Anna, in antico scordata, chiusa, bruttata d'immondizie all'intorno, casolare deserto piuttosto che tempio; ma per il tremuoto di quell'anno, descritto in questo libro, salì nelle credenze a tanta santità, che i devoti ne allargarono le pareti, le cuoprirono di presenti, ed andavano a folla ne' dì festivi a pregare e cantar inni. A quella cappella si condusse aspettata la regina con la famiglia, tutti a piedi processionando, vestiti a bruno, con altri segni di penitenza e di dolore, portando in mano ricchi doni al santuario. Popolo immenso la seguiva, ma lo scopo mancò; imperciocché la regina, che, memore del valore di quelle genti nell'anno 1799, sperava di concitarle a simile guerra, osservò che al grido: - Viva il re, muoiano i Francesi - di persone apprestate, seguiva silenzio degli astanti, o voce divota per Sant'Anna. Ne' medesimi giorni tornavano dalle province i commissari dei tentati sollevamenti riportando che le concette speranze erano cadute, la plebe indifferente ai travagli della reggia, e i possidenti armati per impedire il rinnovamento de' disordini del 99. Più largo alle promesse era stato il brigadiere Rodio, e più sincero e sollecito fu al disinganno; il solo Fra Diavolo attruppò duecento tristi ed andava con essi correndo e rapinando le sponde del Garigliano.
Sorte irreparabile percoteva la Casa de' Borboni: fuggire, lasciare il regno, scampar la vita in Sicilia, sperare nelle mutabilità del tempo e della fortuna, erano le necessità di quei principi.
| |
Teodora Napoli Giuseppe Chiaia Anna Francesi Sant'Anna Rodio Fra Diavolo Garigliano Casa Borboni Sicilia Popolo
|