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      Minaccia e pericoli così grandi non impaurirono quelle genti che in gran numero adunate in Lauria, sostenute dal genio degli abitanti, e tenendo ritirata sicura su gli alpestri monti del Gaudo, s'imboscarono innanzi alla città; ed all'apparire della prima schiera francese, sollecita per troppo sdegno, si palesarono innanzi tempo per colpi di archibugio. Indi sbigottendo fuggirono, ed a quello aspetto di timore gli abitanti della città (fuorché gl'inabili all'andare, vecchi, infermi, fanciulli) seguirono la fuga. Lauria, meno a castigo che per primo esempio, fu messa a sacco ed arsa dal vincitore, sì che bruciarono con le case alcuni dei rimasti abitanti, deboli ed innocenti. L'esercito avanzò, e fatte caute le altre città, accoglievano il vincitore con segni di amicizia e di allegrezza. Massena, dopo aver cinto di assedio Amantea e Crotone, giunto a Palme, si arrestò; perché in quell'ultima Calabria erano forti i luoghi e guardati da molti difensori, con animo fermato ad estremo combattere. Le terre che i Francesi tenevano, obbedivano a Giuseppe; quelle che gl'Inglesi o Siciliani, a Ferdinando; le non occupate dagli eserciti soggiacevano alla fortuna delle civili fazioni; così che in quelle province si vedevano molte morti, nessuna battaglia, i danni della guerra, non la gloria.
      I due castelli assediati cederono al fine con sorte diversa de' presìdi, ma gloria eguale. Amantea è città di Calabria di duemilacinquecento abitatori, fondata quasi su la marina del Tirreno, sopra un gran sasso, già scoglio; la chiudono da tre lati le rupi, e dal quarto un vecchio muro fra due deboli bastioni; pochi soldati la guardavano e molti Borboniani, gli uni e gli altri sotto il governo del colonnello Mirabelli, nato in quella città, ricco, nobile, usato all'armi ed all'onore; tre cannoni di ferro munivano i baluardi, le munizioni e le vettovaglie bastavano, l'animo ridondava.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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