Perciò castighi gravi e frequenti, premi rari ed ignobili generavano nelle avversità universale ignoranza, e nelle venture pochi egregi uomini sopra popolo ignorantissimo; la istruzione non era pubblica, non diffondevasi; l'obietto politico si disperdeva. Il quale errore, attraversando tutti i tempi e le vicissitudini delle lettere italiane, pervenne sino a' dì nostri nel 1806.
XXIX. Avvegnaché diverse leggi di quell'anno il corressero; prescrivendo che ogni città, ogni borgo avesse maestri e maestre. per i fanciulli e le fanciulle, del leggere, dello scrivere, dell'arte de' numeri, e de' doveri del proprio stato; che ogni provincia avesse un collegio per gli uomini, una casa per le donne ove apprendessero alcune scienze primarie e le arti belle e i nobili esercizi di colta società; e che nella città capo del regno fiorisse la Università, per genere ed altezza di studi culmine piramidale della pubblica istruzione. Altre leggi fondarono le scuole speciali: una Reale militare, altra politecnica, altra delle belle arti, altra delle arti e mestieri, altra dei sordi e muti, un'accademia di marina, una delle arti del disegno, un convitto di chirurgia e medicina, un secondo di musica. Alcune delle quali fondazioni erano nuove, altre migliorate, tutte dotate dalla finanza pubblica. I seminari, collegi speciali de' preti, furono conservati; e sebbene si divisasse riformarli, aspettavasi opportunità di tempo; non volendo, fra tanti moti di regno nuovo, altre querele col papa. Secondavano la istruzion pubblica i collegi privati, eretti a privato guadagno, favoriti dal Governo, vigilati ne' metodi, premiati ne' successi. S'instituì, dotata riccamente, un'Accademia di storia ed antichità e di scienze ed arti, che dipoi, accresciuta, fu chiamata Società Reale; si giovò con doni e privilegi ad altre due Accademie nominate d'Incoraggiamento e Pontaniana.
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Università Reale Governo Accademia Società Reale Accademie Incoraggiamento Pontaniana
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