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      L'Italia venera ancora queste congreghe, in memoria di aver serbato il germe delle lettere in tempi barbari; non pensando che oggi, quasi perduta ogni utilità, sono rimaste a pompa della civiltà dei Governi.
      Del sistema che ho adombrato di pubblica istruzione erano pregi l'insegnamento facile ad ogni ceto, ad ogni uomo, cosicché nessuna virtù rimanesse depressa, perché negatole di mostrarsi; il privilegio di nascita scomparso, albergando nello stesso collegio i primi e gli ultimi della società, il figliuolo del patrizio e del contadino; le lettere protette, multiplicate le scuole, dotate abbondevolmente le accademie e i licei; i dotti venerati, non arricchiti; ché il soperchio favore del principe, benefizio ad essi, è nocumento alle scienze. Libertà di scrivere, piena proprietà dello scritto sono spinta ed alimento agl'ingegni; qualunque altra cosa in più o in meno, è a lor danno. Ma queste ultime perfezioni non s'incontravano nelle leggi di Giuseppe; avvegnaché l'insegnamento pubblico, per quei Governi francesi, era instituzione piuttosto civile che scientifica, solamente intesa ad abbozzare la istruzione de' popoli; derivando dalle mezzane dottrine ambiziose, mollezza e servitù, quanto da compiuta sapienza podestà di sé stesso, altezza d'animo, e gli stessi moti alla libertà che per altra cagione hanno i popoli rozzissimi e forti: conciossiaché le nazioni due volte sono atte a libero stato, nella prima rozzezza e nella piena civiltà.
      XXX. Ma qualunque benefica instituzione non era che nelle leggi, dappoiché lo stato del regno ne impediva gli effetti. Il brigantaggio, ingrandito ed ammaestrato, mutate regole di guerra, evitava gli scontri, non entrava nelle città, correva le campagne, assaltava gl'inermi, predava, distruggeva e nascondevasi; così, a larga mano versando disastri, e seccando le vene del pubblico bene, indeboliva e screditava la conquista.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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