- Vinse a Jena, debellò molte fortezze, espugnò Berlino, scacciò il re e la famiglia in Kögsberg, abbatté, disfece la potenza prussiana. Ma col continuo combattere e col guardare le soggiogate città scemava l'esercito francese; mentre la contraria parte raccoglieva i fuggitivi e i dispersi, chiamava nuovi soldati dalle province soggette, rifaceva gli ordini, rincoravasi; e l'oste moscovita passava da Narew, e parte di lei combatteva intorno a Varsavia; la fortuna dell'armi stava incerta. Nei quali turbamenti e pericoli vacillavano i nuovi Stati, le moderne istituzioni non assodavano, la condizione di conquista si prolungava.
XXXIII. Così stando le cose di Europa nel finir dell'anno 1806, cominciò per noi più mesto il 1807; perciocché le congiure contro il Governo, ingrandite di numero e di forza, cagionavano opere inique, castighi acerbi, timori e pericoli; né come per lo addietro ad uomini bassi, de' quali è soppresso il lamento, ma agli elevati per nobiltà e condizione. Il magistrato Vecchioni, consigliere di Stato di Giuseppe, scoperto reo, fu confinato in Torino; Luigi La Giorgi, ricco e nobile, straziato morì in carcere; il duca Filomarino ebbe il capo mozzato; il marchese Palmieri, colonnello, fu appiccato alle forche, e mentre l'infelice saliva la scala del palco, si levò nel popolo voce di salvezza, che generò tumulti infruttuosi a quel misero, ma esiziali ad altri, puniti con la morte nel vegnente giorno. Si tenevano prigioni il capitan generale Pignatelli, il principe Ruffo Spinoso, il maresciallo di campo Micheroux, i conti Bartolazzi e Gaetani; e donne patrizie Luisa de Medici, Matilde Calvez; e donne di onesta fama, preti e frati in gran numero; il vescovo di Sessa monsignor de Felice.
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