Punivansi uomini rei, ma la reità era incitata: scaltrezza estrema delle moderne Polizie, pregiata come arte dai malvagi Governi, abborrita come delitto dagli onesti, tollerata e chiamata talento del secolo dagli uomini corrotti della società.
E sempre crescendo le asprezze, furono sequestrati i beni de' fuorusciti, seguaci del re Borbone in Sicilia, o fuggenti dall'abborrito dominio francese. Quella legge, giusta tra' nemici, ebbe in molti casi benefica eccezione; produsse ai privati gran danno, alla finanza piccolo frutto: e di poi, mutato in confisca il sequestro e venduti i beni o donati, viepiù si accesero le contrarie fazioni dei due re, e novelli semi di future vendette si sparsero.
CAPO QUARTO
Nuovi provvedimenti e nuovi codici. Molti miglioramenti nella città e nello Stato
XXXIV. La città fu nella notte illuminata da mille e nove-centoventi lampadi lucentissime: essendo per lo innanzi così buia, che nascondeva furti ed oscenità. Imitarono il bello esempio le città maggiori del regno.
Si aprì nuovo cammino da Toledo a Capodimonte, colle amenissimo, in cima del quale si erge magnifica villa innalzata da Carlo III, ma non compiuta da lui, né da' re successigli. Per far largo e diritto il sentiero si demolivano alcuni edifizi, mentre per ampliare il foro del Real Palazzo si abbatteva il convento e la chiesa di San Francesco di Paola. Le quali rovine, biasimate dal volgo, erano applaudite da' migliori, aspettandone effetto di utilità e bellezza; ed allora fu edificato il ponte della Sanità, magnifico per mole, difettivo per arte. Pervenuta la nuova strada alla Real villa, geminandosi, incontra con un ramo il gran cammino d'Aversa, e con altro, serpeggiando per l'orientai pendice della collina, mette capo al Reclusorio.
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