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      Alla quarta pruova pargli udir voce; e più attentamente ascoltando, grida verso i molti che pendevano da lui: - È qui, correte. -Tutti accorrono, e sì ch'è inciampo lo zelo, tardanza la sollecitudine; ma quella misera dissotterrata, trasportata come morta in una vicina stanza del pian terreno, risensata dopo alcun tempo, vedendosi nelle braccia del padre, esclama a lui troncamente: - Ricerca del marito.
      Fra le angosce di poco innanzi trovato sulle rovine un corpo nudo, creduto morto, portato fuor del palagio, erasi lasciato sulla strada. Quegli era il duca di Lavello, che dipoi, conosciuto e confortato, riebbesi, e si raccolse nella camera istessa col suocero e la moglie: tutti e tre in vario modo, con diversità di pericolo, feriti; il servo caduto col ministro n'ebbe infrante le gambe; altro servo, che dormiva in una delle dirupate stanze, vi fu morto: cinquantatré persone abitavano il palagio, e, purché l'uno morisse, non furono di ritegno al delitto. Nella mattina, trentuno di gennaio, la città, di quei casi informata, intimorì; i nemici di Saliceti, che molti ne conteneva la Corte di Giuseppe, ragionavano dell'avvenimento con sorriso e dileggio; la Polizia ne fu svergognata, Saliceti da cento punte trafitto; delle quali asprissima era l'offesa vanità, e il vedersi vinto in astuzie, che erano a lui tesoro di antica fama e mezzi presenti di uffizio e di ambizione. Tal uomo che, partigiano di libertà, o ministro di re, fra gli sconvolgimenti di Francia e d'Italia, intrepido aveva affrontato mille pericoli di rivoluzione o di guerra, ora largamente piange di affetto comune, la vergogna.
      XLI. Disgomberando le rovine si trovarono i resti di una macchina tessuta di corde intrise nel catrame, avvolte a molti doppi, capaci di trenta rotoli di polvere (kilogrammi 29 1/3). Era stata collocata sotto l'arco di una scaletta interna dell'edificio; alla quale avendo solamente acceso un tal Viscardi, settario dei Borboni, nemico ai Francesi, uomo tristo e di mala fama, lasciato in quel luogo con la sua farmacia per trascuranza o fatalmente, fu insieme a due figli e tre discepoli carcerato.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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