Se dunque diversa nel regno la civiltà dei popoli, variamente la feudalità vi si apprese, e non fa maraviglia che fusse più acerba nelle Puglie, e delle Puglie negli Stati d'Otranto.
La politica degl'invasori serbar doveva i caratteri della invasione, guerra, forza, preda, indipendenza; il più forte, o il più fortunato più prendere di terra e d'uomini, e meno ubbidire al capo condottiero del popolo conquistatore; ma se dipoi il debole diveniva forte, se il già forte addebolivasi, scambiar le sorti, ed il primo togliere al secondo signoria e vita. Il quale brigantaggio feudale non poteva esercitarsi senza milizia, o la milizia sussistere senza tributi; e perciò il popolo diviso in soldati e vassalli, gli ordinamenti di società solamente militari e finanzieri, i capi delle tribù capitani e magistrati; non leggi stabili, non ordini certi, non sicurezza di persona o di proprietà, ma continue guerre, continue depredazioni, instabilità di ogni cosa. Questa guerra tra' signori dominò il regno dal V al VII secolo.
Nell'VIII, IX e X molti avvenimenti mutarono l'aspetto della feudalità. Nel ducato di Benevento, forte per domìni, afforzato delle leggi del saggio Rotari, re longobardo, erano i regoli minori soggetti e mansueti, e sebbene il ducato fosse feudalità, la era gigante ed aveva le apparenze di Stato: cosicché i popoli soffrivano le gravezze, ma non i danni e gli sconvolgimenti delle discordie. Questo benché duro riposo fu breve. da poi che gli successero le guerre, per le quali diviso il ducato, surti dalle sue spoglie i ducati di Salerno e di Capua. fondate da' conti (sino allora soldati del duca) contee stabili ed ereditarie, una gran feudalità in cento piccole si divise. E tale di questa pianta è la natura, che il minore de' tralci è più velenoso del tronco.
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