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      Avvennero in quel tempo istesso le invasioni de' Saraceni, e furono materie abbondanti al brigantaggio ed alla feudalità; si murarono allora le terre, e mille rocche e castelli si fondarono, onde le guerre più lunghe, i regoli più forti, la condizione de' popoli più miserevole.
      Al cominciare dell'xi secolo le prime scorrerie normanne ne' paesi di Napoli e di Sicilia arrecarono la feudalità più matura ed ordinata, e portando seco leggi feudali francesi, fu meno agitata, più potente. Così restarono le cose fino all'anno 1139, allorché il primo Ruggero fondò il regno di Sicilia e di Napoli. Dal quale punto delineerò la feudalità per Case regnanti, o per quei mirabili avvenimenti che mutano delle sociali instituzioni l'indole o l'aspetto.
      XXXII. Ruggero fu il maggior barone del regno; ché tale in quel tempo era l'idea di dominio, che non poteva scompagnarsi dalla idea di feudalità: ma le condizioni dei popoli migliorarono per ciò che ho detto parlando del ducato di Benevento, e perché i ministri del re nelle province impedivano le soperchianze de' minori regoli. E di più, le gravezze feudali, acquistando con l'uso e per la pazienza dei sudditi la natura di stato civile, apparivano alla moltitudine legittime e comportabili. Si contentarono i nostri maggiori degli ordini fondati da Ruggero e dai due Guglielmi, come che fossero feudali e violenti. Giovarono ai popoli d'allora quelle forme governative dalle quali la filosofia moderna rifugge.
      Della stirpe sveva il primo Federigo ed Arrigo combatterono le civili istituzioni anzi che promuoverle. Federigo il secondo abbassò in doppio modo la feudalità, dettando contro lei provvide leggi, e migliorando la civiltà de' popoli; ché furono leggi di quel re l'abolizione di qualunque opera verso i baroni che offendesse ne' sudditi la libertà personale, il bando che ad ogni napoletano concedeva la giustizia comune e la piena libertà di richiamarsi al monarca delle baronali tirannidi, il divieto a' baroni d'imporre nuove taglie, il disfacimento delle mura e torri baronali, ed altre provvidenze che leggonsi nelle costituzioni di quel monarca.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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