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      Mille volte, benché re, sospiro i tempi nei quali, semplice uffiziale, io aveva superiori e non padrone. Divenuto re, ma in questo grado supremo tiranneggiato da Vostra Maestà, dominato in famiglia, ho sentito più che non mai bisogno d'indipendenza, sete di libertà. Così voi affliggete, così sacrificate al vostro sospetto gli uomini più fidi a voi, e che meglio vi han servito nello stupendo cammino della vostra fortuna; così Fouché fu immolato a Savary, Talleyrand a Champagny, Champagny stesso a Bassano, e Murat a Beauharnais, a Beauharnais, che appresso voi ha il merito della muta obbedienza, e l'altro (più gradito perché più servile) di aver lietamente annunziato al Senato di Francia il ripudio di sua madre.
      Io più non posso negare al mio popolo un qualche ristoro di commercio a' danni gravissimi che la guerra marittima gli arreca.
      Da quanto ho detto, di Vostra Maestà e di me, deriva che la scambievole antica fiducia è alterata. Ella farà ciò che più le aggrada, ma qualunque siano i suoi torti, io sono ancora suo fratello e fedel cognato.
      GIOACCHINO
     
      Spedito nel bollore dello sdegno, ed irrevocabile quel foglio, Gioacchino, supponendo immensa ed intemperabile l'ira del cognato, si apprestò alle difese; ma d'altra parte, la regina, per la saputa natura di lui, e per voci che gli sfuggivano dal facile adirato labbro, indovinando i sensi dello scritto, interponevasi e molceva quelle nemicizie. Qui è il luogo di riferire un avvenimento ignoto fuorché ad alcuni, cominciandone il racconto da' suoi principi nel 1810.
      XLVI. Conosciuta in quel tempo da' Napoletani l'indole di Gioacchino, audace, ambiziosa, facile a' consigli, avida di ogni gloria, osservando che l'Impero francese, capo e sostegno degli Stati nuovi, non aveva per anco la saldezza che vien dal tempo; e che l'obbedienza dell'esercito, il rispetto del popolo, il timore delle esterne nazioni, perciò la possanza francese risedeva nella vita di Buonaparte, esposta, oltraché al fato comune, ai pericoli di guerra continua ed ai precipizi delle proprie imprese: vedendo tanta mole sopra fondamento sì fragile, pochi Napoletani, ed uno di altra parte d'Italia, non potenti, ma vicini a' potenti, pensarono che unica salvezza nostra sarebbe stata la unione d'Italia.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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