.. - Gli chiederò alla carità di questi devoti cristiani che mi circondano... - Ma già da lungo tempo i cavalli de' privati sono addetti all'esercito... - Proseguirò a piedi, Iddio me ne darà la forza -. E dopo breve silenzio, il generale dimandandogli a quali gradi della milizia e quando accorderebbe l'onore della sua presenza, egli rispose, che vorrebbe veder tutti ma, incalzato dal tempo, avrebbe visto i soli generali domani alle nove ore della mattina. Il Carascosa ribaciò la mano, e con egual riverenza si accommiatò; riferì al re, motto a motto, il discorso, e lo pregò di cedere all'impero delle opinioni. Al dì seguente, all'ora stabilita, presentati al pontefice i generali dell'esercito, gli accolse con cortese semplicità, offrì la mano ad ognuno, s'intrattenne in discorsi di milizia, lodando la bellezza delle vedute schiere; né diede licenza, prima che di ognuno non ebbe udito il dimandare o il rispondere.
E subito si partì. Il re, in Bologna, dopo avere ondeggiato fra pensieri vari e rigettato il buon consiglio di due suoi ministri, di parteggiare coi popoli per il papa, scelse il peggior avviso, il mezzano, onorare il pontefice per corteggi, non dargli aiuti. Giunto quegli a Bologna e ristoratosi dalle fatiche del viaggio, fece, egli primo, visita al re, intrattenendosi non breve tempo; dopo alcune ore, la visita fu resa e più lunga. Toccarono la restituzione degli Stati della Chiesa, e l'uno tutto volendo, l'altro concedendo stentatamente, fu concordato (senza scritto, perché ognuna delle due parti voleva serbare intere le sue ragioni) rendere al pontefice Roma e 'l patrimonio di san Pietro, il re di Napoli tenere il resto. Altra discordanza era nel proseguimento del viaggio; il papa indicando la strada Emilia, e Gioacchino, a fine di trattenere i moti e gli affetti de' popoli che rimanevano a lui soggetti, bramando che proseguisse per la Toscana.
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