Per il movimento di Grenier una compagnia napoletana, avviluppata fra' battaglioni francesi, fu prigioniera; ma nel giorno istesso rilasciata con amichevoli dimostrazioni e con armi: dono astuto e fallace.
E queste apparenze, e il non aver soccorso opportunamente la legione tedesca, da forze maggiori assalita, e i ritardi e le pratiche e gli sconsigliati discorsi del re, diedero tanto sospetto di inganni, che oramai gli alleati temevano di lui come di nemico ""; i commissari apertamente si querelavano; Balachef sospese le conferenze di pace, e Gioacchino allora, per accorrere al maggior pericolo (come usano gli uomini di animo incerto, chiamando scaltrezza o bisogno la continua incostanza), stabilė di assaltar Reggio e ricondurre la legione tedesca ai suoi campi di Parma e della Nura. Al dė seguente le preparate schiere, ed alcuni battaglioni austriaci che il generale Nugent, a ristoro di onore ed a vendetta, volle in avanguardia, scontraronsi col nemico sul ponte di San Maurizio presso Reggio, e si venne all'armi. Il ponte, chiuso con alberi abbattuti, era difeso da soldati e cannoni, e la sponda sinistra del fiume da fanti, cavalieri e artiglierie. Cominciato il combattimento, il fiume valicato pių in su del ponte dai Napoletani, guidati dal generale Guglielmo Pepe, le barricate scomposte, allontanati i difensori e le artiglierie, il ponte preso e preso il campo: i nemici, ordinati ma solleciti, ripararono in Reggio. Le due parti combatterono con forze, animo ed arte uguale; il generale Severoli, italiano, capo degli Italo-Francesi, cadde come estinto, troncatagli una gamba da palla di cannone, altri cinquecento de' suoi furono morti o feriti, seicento prigioni, e degli Austro-Napoletani quattrocento tra feriti e morti.
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