Erano sensi veraci in parte, e in parte suggeriti da adulazione, da esempio, e sopratutto ne' più veggenti, dal confronto del Governo murattiano, misto di beni e mali, col borbonico, del quale la cattività era sola e sperimentata. Una mole sì grande di desidèri privati pareva desiderio pubblico, e benché gli indirizzi provocati fossero ormai usato divisamento, pure nel Congresso di Vienna se ne tirò argomento a pro di Gioacchino, sia che ogni molto nella mente degli uomini ha possanza, sia che non supponevasi tutta intera la napoletana società menzognera e corrotta.
Tra numero sì grande d'indirizzi due primeggiavano; l'uno dell'esercito stanziato nelle Marche; l'altro della nobiltà; perché due ceti così potenti, soggetti e vicini alla monarchia, chiudevano i voti col dimandare al re, palesemente o sotto velo, una libera Costituzione; altri ordini avevano adombrato il desiderio istesso. Ed al certo de' mille e mille indirizzi, tra sentimenti vari e lusinghieri, uno prevaleva, ed era il vero: conservare di Gioacchino la stirpe ed il Governo, ma frenati da leggi. E perciò il re ne' discorsi e negli atti prometteva di appagare quella brama pubblica, e con ciò profondamente persuadeva all'universale il bisogno di più libero reggimento.
LXXII. Ed altro segno di potenza fu creduto il lusso della reggia, al quale inclinavano per propria alterezza il re e la regina, per costume il secolo, e per naturale imbecillità tutta la plebe dell'umana specie; perciò continue in Corte feste, cacce, tornei ed al campo di Marte militari esercizi, che mostrassero agli osservatori l'esercito ognor crescente di numero e di bellezza. Magnifica cerimonia fra tutte, al ritorno dall'Alemagna delle schiere napoletane, fece l'esercito stanziato in città, che festeggiava que' ritornati, tra i quali il generale d'Ambrosio, ferito nella battaglia di Bautzen, il generale Macdonald, in Lutzen, i generali de' Gennaro e Florestano Pepe, feriti in Danzica.
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