Deriva da quel che ho detto che la nuova finanza serbò le istituzioni del decennio; ma fu di natura meno avida, non infida, per credito migiorata, per alcune particolarità più disonesta. Mancavano ad entrambe le maggiori sorgenti di ricchezze, cioè le intraprese dell'industria privata collegate alla finanza pubblica: felice innesto che solamente alligna in paesi liberi, ma non si appiglia o presto muore sotto governi assoluti. Essendo grave all'erario il mantenimento dell'esercito tedesco, s'imprese a comporre il proprio esercito.
VIII. Un ministro di Guerra sarebbe stato borbonico o murattista; fu creato un Consiglio detto supremo, come aulico quello di Vienna, composto del principe reale don Leopoldo, presidente, del marchese Saint-Clair, vicepresidente, e di quattro generali, due di ciascuna parte, consiglieri. Dell'esercito di Murat pochi soldati, come innanzi ho detto, restarono alle bandiere: e molti, pericolo alla tranquillità pubblica, disertarono; dell'esercito di Sicilia erano varie le schiere, variamente amministrate. I due eserciti ora uniti, testé nemici, avevano diversi gli ordini, l'indole, il vestimento: disparità che facevano deboli quelle milizie; e perciò ridurle a concordia d'uomini e di cose doveva essere lo scopo degli ordinatori. Ma il Supremo Consiglio non era pari all'uffizio; inesperto alle pubbliche faccende, mirò (facil guida degl'ingegni nuovi) alla perfezione ideale; blandi per ambizione il partito trionfatore; si perdé in gare di vanità che racconterò brevemente.
I due primi del Consiglio, uno della famiglia, l'altro della casa del re, avevano passioni e cure di Corte; a' quattro minori era dato il carico di governare l'esercito; ed essi per mostra d'imparzialità, se della parte borbonica erano sempre avversi ai borbonici, e se della murattista ai murattisti; e per dare pruova di animo elevato e benigno, ora gli uni, ora gli altri difendevano gli oppressi della opposta setta.
| |
Guerra Consiglio Vienna Leopoldo Saint-Clair Murat Sicilia Supremo Consiglio Consiglio Corte
|