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      I moti civili durarono lungo tempo, più lenti, più nascosi, non mai quetati; ed altra sciagura derivò dalla stessa caduta, perché i Carbonari, trionfando, crebbero di numero e di arroganza.
      Fu nominato, non già ministro di Polizia, ma direttore del ministero Francesco Patrizio, caldo partigiano della monarchia legittima ed assoluta: il quale, se spinto dalle sue passioni, era eccessivo; se ricordava le male sorti del Canosa, era mite: la perplessità e la incostanza, difetti pessimi in un ministro, furono i distintivi del suo governo.
     
     
      CAPO SECONDO
      Interni avvenimenti e relazioni esteriori
     
      XXIII. Al finire dell'anno 1816 arrivava nel golfo di Napoli una flotta americana; discese un ambasciatore, che, prima con uffizi, poi con minacce, dimandò al Governo quattro milioni di dollari, a ristoro dei danni recati agli Stati Uniti per la confisca di molte navi già venute in Napoli sopra data fede di libero commercio. L'ambasciatore rammentava fatti del 1809, allorché, regnando Gioacchino e concertati alcuni patti di commercio tra Napoli e Stati Uniti, vennero l'anno appresso molte navi americane con prezioso carico; ma sia che mancassero, come fu detto, alle accordate condizioni, sia l'urgente bisogno di danaro per la disegnata guerra di Sicilia, o l'avidità di preda ricchissima, e l'usato disprezzo dei Governi nuovi alle private ragioni, quelle navi, subito sequestrate, si venderono a profitto dell'erario napoletano. Mossero gli Americani querela che, sopita per alcuni anni, si ridestò, come io diceva, nel 1816. Le risposte all'ambasciatore furono contrarie, e solamente riebbe tre barche vôte, non ancora vendute. Egli di nuovo protestò, e per accomodamento dimandava di fondare un emporio di vicendevole commercio in qualche isola o porto delle Due Sicilie; ma la nostra dipendenza dall'Inghilterra fu cagione del nocevole rifiuto.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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