Indi la flotta si allontanò da' nostri mari.
XXIV. L'avversione fra le due parti dell'esercito semprepiù cresceva, stando per i così detti siciliani il favore del re, per i così detti murattisti la politica del Governo; amati gli uni e non pregiati, accarezzati gli altri ed abborriti, quel doppio infingimento mal si velava. La discordia ebbe un segno da che il re diede nuova medaglia, che chiamò "di onore", a tutti i militari che ne' dieci anni del dominio francese rimasero seco in Sicilia; era di bronzo, in una faccia colla effige del re, nell'altra collo scritto: "Costante attaccamento"; una stella a quattro raggi la conteneva, sostenuta da nastro rosso. Fu grande il numero delle distribuite medaglie, vedendosi al petto per fino di coloro già tratti dalle galere, e di altri puniti o che si punivano coll'infame castigo delle verghe; e non ricordando alcuna virtù, giacché il "costante attaccamento" era stato figlio di necessità, non mai posto a cimento di miglior sorte o di pericoli, ogni carattere dell'onor sociale mancava alla medaglia detta "di onore"; servì a più discernere una parte dell'esercito e più separarla dall'altra.
Fu questo l'ultimo atto del Supremo Consiglio per la guerra. I suoi difetti, altrove discorsi, l'ambizione di troppo esercito, il nessun uso alle faccende pubbliche ingenerarono tanti disordini di amministrazione, che la finanza dello Stato n'ebbe danno, il re disdegno. Il Supremo Consiglio fu sciolto, ed eletto capo delle armi il generale Nugent, nato irlandese, al servizio allora dell'Austria, citato con varia fama nelle guerre d'Italia. Spiacque la scelta ai pretendenti, che, velando coll'amor di patria il dispetto, dolevansi che a tanti meritevoli napoletani si anteponesse uno straniero, e rammentavano l'Acton, il Mack ed altri nomi.
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Governo Sicilia Supremo Consiglio Stato Supremo Consiglio Nugent Austria Italia Acton Mack
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