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      Ma, non pago di mediocre fortuna e di posato vivere, cercando il malo ingegno opulenza e cimenti, disertò nell'anno istesso, e si diede a scorrere, pubblico ladro, le campagne. Prodigo ai poveri, avido e feroce co' ricchi, ebbe compagni due suoi fratelli, tre congiunti, quaranta e più altri, malvagi al pari di lui. Capo e tiranno di quella schiera, puniva i falli con pene asprissime; la codardia, colla morte. Tutti montati sopra cavalli, assalire velocemente, velocemente ritrarsi, camminar giorno e notte, apparire quasi al tempo istesso in lontane contrade, erano le arti che li facevano invitti, benché sempre inseguiti e spesso raggiunti da non pochi soldati napoletani e tedeschi. Acquistò Vardarelli tanto nome di valore o fortuna, che ormai la plebe, scordando le nequizie, lo ammirava; e tanto più ch'ei davasi vanto (e forse lo era) di carbonaro.
      Il Ministero, sollecito di congedare l'esercito tedesco, era trattenuto dalla fortuna de' Vardarelli e dal pensiero che una torma di assassini non sarebbe invincibile senza i secreti aiuti della setta; e che la setta viepiù ardirebbe, avendo mano di armati apertamente ribelli, avventurosi e potenti. Spegnere que' tristi o soggettarli divenne interesse di governo, e poiché non si poteva abbatterli colla forza, si discese a quetarli coi trattati; e da pari a pari stipular atto che io qui registro acciò rimanga documento della debolezza del potere legittimo, fonte d'onde derivarono poco appresso altre sventure di maggior momento.
     
      Articolo I°. Sarà concesso perdono ed oblio ai misfatti de' Vardarelli e loro seguaci.
      Art. 2°. La comitiva sarà mutata in squadriglia di armigeri.
      [Dicesi tra noi comitiva una banda di grassatori, e squadriglia d'armigeri una piccola squadra di genti d'arme stipendiata dal Governo a sostegno della pubblica tranquillità].


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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