Delle malvagità dei Vardarelli altra ed alta malvagità fu punitrice; ne venne al Governo pubblico vitupèro, ché non si onesta il tradimento perché cada su traditori.
XXXI. Fermata la sommissione dei Vardarelli, ma innanzi della descritta catastrofe, l'esercito alemanno, ridotto in quel tempo a dodicimila soldati, venuto nemico di Murat in maggio dell'anno 15, partì amico dei Borboni nell'agosto del 17. Lasciò di sé buona fama per disciplina e modestia; nessuno affetto. Affidato il regno a sé stesso, cessò la vergogna nel re, ne' soggetti, di governare, di esser governati per forza straniera.
XXXII. In quest'anno 1818 si fermò il Concordato colla Corte di Roma, dal quale tolgo motivo di esporre gli altri trattati colle Corti straniere nei cinque anni racchiusi in questo libro. Il re di Napoli ai 9 giugno 1815 aderì al congresso di Vienna. Ai 12 dello stesso giugno fermò alleanza coll'Austria: questa nelle guerre d'Italia difenderebbe il regno con poderosi eserciti, il re nelle guerre d'Austria fornirebbe venticinquemila soldati, poi ridotti a dodicimila per la convenzione di Vienna del 4 febbraio 1819. Ai 26 settembre 1815 si unì alla Santa Alleanza. Ai dì 3, 17 e 29 aprile 1816 conchiuse pace con gli Stati di Algeri, Tunisi e Tripoli: trattatore per le nostre parti lord Exmouth, ammiraglio britannico. Le condizioni di sicurezza e di commercio furono eguali, ma ottenute a prezzo, pagando il Governo di Napoli annuo tributo di quarantamila piastre spagnuole, e, nel tempo del trattato, il riscatto dei già fatti schiavi. L'essere tributari dei pirati offese il nazionale orgoglio; ma il Governo, più saggio, salvò per piccola mercede i commercianti dal pericolo di schiavitù, il commercio da molti danni.
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