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      Fra le quali dubbietà, que' ministri incallivano al romore dei tumulti, tornavano all'antica scioperatezza; ma nuovi moti, nuovi gridi, e maggiori pericoli palesati al tempo stesso in Calabria, Capitanata e Salerno, vincendo gli ozi e i ritegni, stabilirono (mezzano e molle partito) dar legge che divertisse i pericoli con lieve offesa della monarchia, e velando il mancamento alle promesse date nel congresso. Accrescere a sessanta membri la Cancelleria, farne eleggere metà dai Consigli di provincia, metà dal re, ordinarli in due camere, dichiarare necessario per ogni atto legislativo il loro voto, fare pubbliche le discussioni, operare cangiamenti sì grandi senza pompa di legge, ma per quasi non avvertite ordinanze, erano le basi del novello statuto, al quale il Ministero, benché ritrosamente, accedeva.
      LIV. Ma un grande avvenimento arrestò ad un tratto le sollecitudini nel Governo, i tumulti nelle province: l'esercito si adunò a campo nelle pianure di Sessa, il re vi si recò a permanenza. Romoreggiava da lungo tempo il sospetto che le nostre schiere. ad esempio delle spagnuole, scuoterebbero il freno dell'obbedienza per dimandare libera Costituzione; e perciò a vederle, per comando e quasi a dispregio del pericolo, radunate, e andar tra quelle sicuro un re canuto per anni, fu creduto un atto di bello ardire e di serena coscienza, si che i settari, ammirando e temendo, sospesero le cominciate mosse.
      Ma fu motivo al campo esterna politica, non civile. Riferirò le cose pervenute al mio orecchio, dichiarando (come vuole debito di verità) che non ne ho documenti altro che dalle affermazioni di altissimi personaggi. I quali dicevano che nel congresso di Vienna o in altra più recondita adunanza di potenti fu stabilito che alla morte di Pio VII si dessero le Legazioni all'Austria, le Marche allo Stato di Napoli, e che intanto si nascondesse al pontefice il proponimento, per non addolorare (dicevasi) la sua vecchiezza; ma invero per più certo successo, cogliendo la Santa Sede mentre era vota.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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