Ma il Governo per quelle apparenze credé fido l'esercito, abbandonò lo sforzato pensiero di trasformare la Cancelleria in imagine di Camere rappresentative, e ritornò alla consueta spensieratezza. A mezzo il maggio 1820 levato il campo, i reggimenti si condussero alle prime stanze.
Al finire dello stesso mese i carbonari di Salerno, intendendo ad un generale sconvolgimento, parlarono ai settari vicini, spedirono a' lontani lettere ed emissari: ma i motori, capi della setta, ultimi della società, perché scarsi di fortuna e di nome, furono persuasi dai settari più ricchi, perciò più timidi, a sospendere le cominciate mosse, e spedire altri fogli, altri nunzi rivocatori dei primi. Nel quale vacillamento il Governo inanimì, e dei ribelli chi fu messo in carcere, chi sbandito per editto: cessò il pericolo. Ma la immensa ribellante materia si agitava, come fuoco sotterraneo di vulcano, copertamente. Quale indi a poco fu la scintilla, donde uscì, quanto incendio produsse, come si spense, saranno i capi del seguente libro.
LIBRO NONO
REGNO DI FERDINANDO I
Reggimento costituzionale
(1820-1821)
CAPO PRIMO
Moti nel regno. La Costituzione chiesta, data, giurata
I. Agli albòri del 20 luglio 1820, due sottotenenti, Morelli e Silvati, e centoventisette fra sergenti e soldati del reggimento Reale Borbone cavalleria disertarono dai quartieri di Nola, secondati dal prete Menichini e da venti settari carbonari, volgendo tutti ad Avellino per unirsi ad altri settari giorni innanzi sbanditi da Salerno e riparati colà, dove la setta era numerosa e potente. Da Nola ad Avellino si cammina dieci miglia fra città e sobborghi popolosi, essendo fertile il terreno, l'aere salubre, gli abitatori disposti alla fatica, d'animo industrioso ed avaro.
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