Ma il Nugent, riferite nel Consiglio del re le anzi dette cose, n'ebbe rispota che il Governo sospettava la fede del general Pepe, facendosi più chiara con quello esempio la politica del quinquennale governo. Per la convenzione di Casalanza e i patti di Vienna mantenuti negli impieghi, i murattiani ottennero a poco a poco autorità, comando, potenza, e pur taluni le apparenze del favore. Ma gli abborriva il re, ne diffidavano i ministri, il Governo pregiava i loro servigi, avea in sospetto ed in odio le persone. Così del Pepe, così d'altri generali; Nugent non godeva egli stesso la piena fidanza del Governo, e sì che ignorava i sospetti e gli argomenti contro il Pepe, e frattanto comandava in supremo l'esercito e dirigeva il ministero di Guerra. E quel general Pepe, tenuto nemico e traditore, al grado più alto della milizia, reggeva con poteri straordinari due province, era spesso laudato, riceveva in premio di servigi la Gran Croce di San Giorgio, gli era affidata la composizione delle milizie civili. Altre mille mostruosità di governo potrei discorrere, se or ora non mi occorresse di rappresentarle tutte in un fascio.
Nugent dice a Pepe di non partire, e cuopre con vari non creduti pretesti il mutato comando: quegli sospetta il vero, teme di peggio, s'infinge e tace. Nel Consiglio del re prevalsero le arti antiche e neghittose: governare il presente, e il meglio sperare dalla fortuna o dalla stanchezza delle opinioni, usare i ripieghi, e, dove giovasse, mancamenti ed inganni. Non poteva inviare contro i sommossi lo stesso Nugent, mal tollerato dall'esercito, perché istromento di finanziera avarizia, e peggio visto dal popolo, che rammentava le ingiurie venute per opera di stranieri dominatori; non poteva inviare alcuno de' generali di Sicilia, privi di fama tra noi, spiacenti alle milizie, di cui erano maggior nerbo i murattisti; né intanto si affidava a costoro, sospettandone, come ho già detto, la fedeltà. Misera e spregevole condizione di Governo, cui non bastarono lungo dominio, abbondanti ricchezze, cariche, onori, secolo avaro e corrotto per trarre a sé parte de' sudditi; tanto soprastavano gli antichi errori e la presente incapacità. Ma quel Consiglio, costretto ad ingrata scelta, elesse il generale Carascosa, murattiano, chiaro nell'esercito, atto alle difficili pruove, sperimentato istromento di monarchia, ma non discaro al popolo per giovanili fatti di libertà, per manifestato amore di più libero reggimento, e perché repubblica, napoleonismo e libertà sembravano alla moltitudine opinioni compagne, vedendole dagli stessi uomini seguite, e dalla istessa borbonica famiglia combattute.
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