- E quegli: - Quando sarà pubblicata?... - Subito... - Ossia?... - In due ore. -Un altro dei cinque allora si mosse, e, distesa la mano senza far motto al pendaglio dell'oriuolo del duca, inurbanamente glielo tirò di tasca, e, vôlto il quadrante così ch'egli e 'l duca vedessero le ore, disse: - È un'ora dopo mezza notte, alle tre la Costituzione sarà pubblicata. - Rese l'orologio e partirono. Quell'audace era il duca Piccoletti, genero dell'Ascoli.
V. Stavano a consiglio continuamente presso del re il suo figliuolo duca di Calabria, e tre ministri, però che il quarto, general Nugent, trattenevasi al campo di Carascosa per assistere alle conclusioni del mattino vegnente, sia di accordo, sia di guerra. Quei ministri avviliti, quanto già nelle sicurezze superbi, pregavano il re che cedesse alla necessità dei tempi, acconsentisse la voluta legge, sperasse nei futuri eventi; e quanto più il re, confidando nei divini aiuti, o per maggior senno e maggior animo resisteva, altretanto quei paurosi ripregavano, lo intimorivano. Il marchese Circello, in odio al pubblico, e vecchissimo, ma per grossolane delizie di vita bramoso di più lungo vivere, piangendo gli disse: - Io amo Vostra Maestà come padre ama figlio, ascoltate e seguite il consiglio che viene da labbro fedele, concedete prontamente una Costituzione, superate i pericoli di questo istante, che Iddio aiuterà principe religiosissimo ed innocente a ricuperare da popolo reo i diritti della corona. - Il re si arrese, e fu questo l'editto:
Alla nazione del regno delle Due Sicilie.
Essendosi manifestato il voto generale della nazione e del regno delle Due Sicilie di volere un governo costituzionale, di piena nostra volontà consentiamo, e promettiamo nel corso di otto giorni di pubblicarne le basi.
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