Gli uomini armati che ho mostrato a Vostra Altezza Reale, ed altri a mille, trattenuti nelle province o rinviati, non sono ribelli ma sudditi, e perciò quelle armi non si rivolgono a rovina del trono, ma in sostegno. Fu necessità per me durissima prendere a patto il comando supremo dell'esercito; perocché, meno anziano e tanto meno meritevole de' miei colleghi, ripugno all'autorità quanto essi forse alla dipendenza; ora Sua Maestà e Vostra Altezza possono accorciare (e le ne prego) la nostra comune inquietudine, convocando prestamente la rappresentanza nazionale. Io giuro al venerando cospetto di Vostra Altezza e di questi primi dello Stato, che discenderò dal presente grado assai più lietamente di quel che oggi vi ascendo.
Il Vicario rispose: - Sua Maestà il re, la nazione, noi tutti dobbiamo gratitudine all'esercito costituzionale, ed a voi, suoi degni capi. Il voto pubblico è manifesto per la natura intessa del seguìto cambiamento: il Governo oggi mutato non aveva il consenso dei soggetti; il trono non era saldo; ora è saldissimo, ché poggia sulle volontà e gli interessi del popolo. Il re, che nelle sue stanze vi attende, manifesterà egli stesso i suoi sentimenti, io qui i miei. Nato, per i decreti della divina mente, erede del trono, era mio debito lo studio della monarchia e dei popoli, sì che d'assai tempo sono persuaso esser riposta la stabilità di quella, la felicità di questi (per quanto lice alle cose mondane) nel Governo costituzionale. Persuasione politica si convertì, come a principe cristiano si aspettava, in domma religioso, e pensai e penso che non potrei con calma di coscienza reggere un popolo per mio solo ingegno, e per atti della mia sola comeché purissima volontà. Se dunque riconosco in voi la salute del regno, la durevole prosperità della mia stirpe, la pace dell'animo, doni sì grandi agguaglierà la mia gratitudine, che non sarà spenta o scemata per mutar di fortuna o di tempi.
| |
Vostra Altezza Reale Sua Maestà Vostra Altezza Vostra Altezza Stato Vicario Maestà Governo Governo
|