Pagina (865/963)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se un resto di virtù è ancora in noi, tentiamo le sorti estreme: ascoltatemi. Il nemico ci propone la pace; e però ch'egli la vuole, a noi giova di rigettarla. Ho preso spazio di un giorno a rispondere per consultar con voi delle nostre sorti, ed ora dirò primo e libero il mio voto. Io propongo di ordinare a schiera tutti i giovani della città; escir dimani alla campagna, chiudere indietro le porte, per non avere altro scampo che nella vittoria; cingere il nemico ed assaltarlo alle spalle ed ai fianchi, mentre i vecchi e le donne combatteranno dai muri; né lasciar la battaglia che morti o vincitori. Saremo, lo prevedo, meno numerosi del nemico; mancheranno a noi l'uso e l'arte di guerra; ma ogni difetto suppliscono il coraggio, la disperazione, la necessità. Io dovrei, per vecchiezza, combattere dalle mura, ma sarò nel campo, ed inabile a trattar le armi, pugnerò colla voce, vi darò aiuto di esempio e di ardire. Compagni, amici, prima di rispondere riflettete maturamente, perciocché i sùbiti consigli sconvengono dove sono a cimento vita, onore, libertà ed avvenire; dimani allo spuntar del giorno, in questa piazza, ci raduneremo, ed armati; se Iddio, se i santi protettori e custodi della città vi avranno ispirata la guerra, noi, sotto la guida celeste, usciremo dalle porte, e combatteremo; sarà stata mia l'idea, vostra la decisione, comune la gloria o la rovina.
      Ciò detto, non attese risposta, ed applaudito parti: l'adunanza si sciolse. Restavano ancora molte ore del giorno, e tutte della notte alla fredda riflessione, ed alla solitudine, che sono negli uomini esortatrici di quiete; e ridottosi ognuno alla famiglia, già intesa e mesta del discorso, non cessò la doglia, se prima i giovani non giurassero sopra i più teneri e sacri nomi di votar l'indomani per la pace.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





Iddio