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      Sensi onorevoli ed ammirati. A lui fu surrogato il general Colletta, che, arrivando in Palermo, levò il campo, sciolse la Giunta di governo, disusò i nastri gialli, cancellò tutti i segni del passato sconvolgimento. Indi a poco nei paesi già ribellati fece dar giuramento alla Costituzione di Napoli, ed eleggere i deputati al Parlamento comune. Il Colletta, preceduto da meritata fama di severità, l'accrebbe in Sicilia; raffrenò l'esercito e la plebe; amante a modo vero e possibile di libero reggimento, scacciava le false libertà, diceva essere gl'impotenti novatori del suo tempo peggiori dei molto operanti e distruttori della repubblica francese; però che quelli, animosi e primi, meritarono col morire, si scusavano dalla inesperienza; mentre questi, sordi alla ragione se felici, timidi e pieghevoli ad ogni fortuna, non hanno della libertà che i vizi soli, la irrequietezza, la indisciplina, il sospetto. Egli fu amato da pochi siciliani, obbedito da tutti, che bastava per la condizione dei tempi allo interesse dei due regni. Così, quietata l'isola, cadde lo sdegno de' Napoletani; Naselli e Church furono liberi, l'autore dell'abborrita convenzione non ricercato: incostanza e debolezze dei popolari Governi. Gli eletti deputati de' due valli, sapendo l'esercito austriaco sul punto di muovere contro Napoli, e le sorti costituzionali dechinanti, ricusarono per vari pretesti l'onorevole officio, e però l'opposizione allo Stato di Napoli, detta in prima della intera Sicilia, poi di due province, quindi di una città, si ridusse a nove persone, per proprio vanto pertinaci e superbe, nel fatto paurose o scaltre.
      XXII. Le cose esterne peggioravano, avvegnaché le principali Corti, la Russia, l'Austria, la Prussia, riprovavano il nuovo stato di Napoli; la Francia nol riconosceva; taceva la Inghilterra; e benché la Spagna, la Svizzera, i Paesi Bassi, la Svezia facessero formale riconoscimento, era poca la sicurtà in confronto del pericolo.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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