Sapevasi che i re contrari si adunavano a congresso in Troppau per consultare delle cose di Napoli; dicevasi nuovo esercito tedesco sceso dall'Alpi; si vedevano nel nostro golfo giungere, trattenersi, crescere tuttodì navi da guerra francesi e inglesi. Il principe Ruffo e 'l principe Castelcicala, ambasciatori, quegli a Vienna, questi a Parigi, ricusarono di giurare per la monarchia costituzionale. Il principe Serracapriola, ministro in Russia, scrisse al re in lettera privata: "Vostra Maestà comanda che io giuri per il nuovo stato di Napoli, e qua corre fama che forza di ribellione, non libera volontà, le abbia imposto quel mutamento. Che farò io, così avverso a disobbedire ai suoi comandi come a nuocere a' suoi interessi? Rimetterò a Vostra Maestà in questo foglio segreto il mio giuramento, a fin che lo mostri o lo distrugga, secondo a lei giova e piace". E 'l re con messaggio palesò al Parlamento il procedere dei tre ministri, lodò Serracapriola, tolse agli altri carica, onori e stipendi.
Non andò a Vienna nuovo ambasciatore, perché quella Corte aveva manifestato di non accettarne; il duca di Canzano succedette al principe Scilla in Ispagna; il principe Cariati a Castelcicala in Francia, dove fu aggradito come privato, non ricevuto come ministro; il principe Cimitile, spedito in Russia per ambasciata straordinaria, impedito a Vienna, volse verso Inghilterra dove andava ministro. E tutti e tre prima del partire avendo preso comiato dal re, ne avevano avute lodi, ordini, consigli; il duca di Canzano, già maturo di età, stanco e schivo di vicende, padre di molta famiglia, non ambizioso, non ricco, aveva chiesto al re che altri andasse in sua vece, ma dopo lungo pregare quei rispose: - Canzano, sono tali le cose che o voi o un carbonaro.
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