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      Non mi obbligate ad ingrate scelte, accettate; io vi darò lettere di mio pugno per la Corte di Spagna, ed ambasciata che dimostri quanta fiducia io pongo in voi. Dite al re mio nipote che io sto bene, e che la divolgata infermità è ritrovata per allontanarmi dalle presenti cure del regno. - L'ambasciatore si arrese, e contento e grato con numerosa famiglia partì. Cimitile, ritroso anche esso, non mai ravviluppato nei tanti e tanti sconvolgimenti del regno, amante di riposato vivere, disse al re schiettamente che, suddito fedele, obbedirebbe al suo signore; ma che di anni pieno, non si esporrebbe voglioso alle dubbietà di contrastata politica, e padre e sostegno di non poca famiglia, non vorrebbe esser cagione di domestico pianto, e sentire dai figli ricordata la intempestiva ambizione. Ma il re, interrompendo il discorso, aveva incorato il ministro con detti onesti e con ingenue, a sentirle, protestazioni di fede, tal che Cimitile rassicurato e pago tornò dalla reggia.
      XXIII. L'avversione dei potentati stranieri allo Stato di Napoli era in secreto moderata dalla loro istessa politica, giacché, fra tante fantasie dei popoli, faceva pericolo la prima guerra. La Casa che aveva motivo più forte, ed esercito più pronto a combattere, era l'austriaca, il cui dominio, già grande in Italia, non piaceva agli altri re che si allargasse. Il Russo per ciò, e per dare qualche sfogo alle bollenti voglie dell'esercito, avviava numerose schiere, con sospetto di tutta Alemagna, dovendo passare per le sue terre. La Prussia, benché terza, preparava un esercito. Armamenti così poderosi ingelosivano la Francia e la Inghilterra. D'altra parte, i liberali del mondo, facendo plauso alla rivoluzione di Napoli, e giustificandone le massime, minacciavano la sicurezza dei troni; molti d'Italia, parecchi francesi, alcuni prussiani, un russo si offrivano campioni della napoletana libertà; due inglesi di fama offrivano con sé stessi quattro reggimenti volontari; case ricche di Londra e Parigi non dubitavano di fare imprestiti alla nostra finanza; generali stranieri, vietati di combattere per noi, consigliavano sulla difesa della frontiera, o per teorica trattavano della resistenza dei popoli agli eserciti ordinati; si affaticavano gl'ingegni da ogni parte a scoprire e comunicare secretamente a noi macchine o artifizi di guerra.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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