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      Soggiungeva che in ogni caso i fatti della rivoluzione di luglio sarebbero tenuti innocenti; e chiudeva il foglio col dimandare che lo accompagnassero al congresso quattro deputati del Parlamento, consiglieri e testimoni.
      Nel mattino del 6 dicembre il Vicario lesse ai suoi ministri le lettere di Troppau ed il messaggio del re per consultare i modi da notificare quegli atti al Parlamento e pubblicarli nel popolo. Un de' ministri propose leggiero mutamento al messaggio; e 'l principe replicò non potersi variare lo scritto, perché opera, non propria né del re, ma degli ambasciatori stranieri. Fu risoluto di persuadere o allettare il maggior numero dei deputati, e col mezzo de' propri carbonari ammansire la Carboneria. Quindi due ministri, Ricciardi e De Thomasis, meno increscevoli al Parlamento, vi andarono in privato, manifestarono quei fogli a diciotto deputati, quanti per ventura ne adunarono, e, scoprendoli non avversi, li pregarono che al dimani confermassero pubblicamente quel voto. Spesero il resto del giorno, ciascun dei ministri, a vincere la opinione di altri deputati: e nella sera computavano quaranta voti affermativi, il resto incerto. Al tempo medesimo providdero alla difesa della reggia, alla quiete della città, e, credendo certa la riuscita, fermarono di ottenerla per arti o per forza. Dei ministri, altri usato ai liberi comandi, altri scontento delle licenze di troppa e nuova libertà, altri adontato dal trovarsi nelle parlamentane discussioni disuguale all'eloquenza di esercitati oratori, tutti bramavano mutar lo statuto, sì che piegasse alla monarchia più che al popolo. Ma per la opposta parte, divolgato il messaggio, e scrutinato nelle notturne adunanze de' settari, vista in pericolo la Costituzione spagnola, opera loro e sostegno, giurarono di prorompere nei più rischiosi sconvolgimenti prima di tollerare che nulla si mutasse a quella legge.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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