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      Aveva una legione a Rieti, altra in Terni e Spoleto, un battaglione ad Albano, uno a Frascati, un reggimento a Civita Castellana, altro a Roma, uno squadrone a vedetta sulla strada da Valmontone a Ferentino, pochi cavalieri tra Velletri e Cisterna. E però quelle ordinanze erano di battaglia contro gli Abruzzi, o a scaloni contro il Liri: i disegni del nemico rimanevano incerti. Il re di Napoli stava in Firenze, si attendeva a Foligno: coperto dalle armi tedesche, si aggirava intorno al regno, sperando meno nella guerra che nei tumulti. E frattanto la inazione di quelle schiere agevolava la pace, e sol restava consultarne col Parlamento, avvegnaché il reggente non ardiva esercitare in secreto il potere regio, temendo in quei miseri tempi il sospetto e lo sdegno del popolo; ma già prevalendo il voto del ministro della Guerra, doversi ogni di accrescere gli apparati di forza e i maneggi di pace, si disponevano i modi, le condizioni, gli ambasciatori.
      XXXIII. Quando si lesse in una gazzetta napoletana che il general Pepe, il dì 14 febbraio, aveva promesso al principe reggente che a' 7 marzo in Rieti sconfiggerebbe i Tedeschi. Ed era per lo appunto quel giorno il 7 marzo, ed era vera la temeraria promessa, e quell'articolo, scritto in Abruzzo, era stato mandato in Napoli dal generale per pubblicarsi. Difatti, o che egli ne avesse fitto in mente il pensiero, o che vi fosse spinto (come poi dichiarò) da lettere di alcuni più caldi settari e deputati che dicevano in pericolo la libertà perché s'inchinava alla pace, fermò l'animo ad assaltare i Tedeschi la mattina del 7; né poteron distorre quello arrischiato proponimento i consigli e le preghiere di alcuni uffiziali a lui soggetti, e 'l decreto del Parlamento che vietava esser noi primi a combattere, e gli ordini conformi del reggente, e le condizioni del suo esercito; avvegnaché alcuni reggimenti di vecchia milizia e molti battaglioni delle civili stavano ancor lontani dalla frontiera, e ne' suoi campi era cominciata e tuttodì cresceva la diserzione.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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