Ciò che resta del primo esercito, cioè venti battaglioni di milizia soldata, dieci almeno di milizia civile, spedirei negli Abruzzi per le strade di Solmona e Roveto. Questo movimento raccoglierebbe molte schiere disperse del secondo esercito; conterrebbe le dubbiose, rincorerebbe le intimidite. Con esercito così grande, il general Carascosa rìpiglierebbe i posti abbandonati dal general Pepe, né, credo, ancora occupati dal nemico, perché non disposto ad assalirci, e maravigliato, incerto del nostro stato. Così che noi potremmo giungere all'Aquila prima dei Tedeschi, rattenerli fuori della frontiera, guadagnar tempo, rianimare il popolo, nostro solo mezzo di guerra. Prendo impegno di provvedere a tempo viveri, vestimenti, danari, trasporti, ogni altra cosa, perché nulla manchi ad eseguire l'indicato movimento. In guerra sono preziose le ore, oggi lo sono gl'istanti
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Quel foglio letto in Capua al reggente ed ai generali del Consiglio innanzi che andassero a Torricella dove stava il Carascosa, fu approvato da tutti e lodato. Servi di tema per l'adunanza, ma fu diverso il voto del Carascosa; il quale, temendo che la fuga di un esercito fosse di esempio all'altro, ritornando al già suo pensiero che obbietto degli assalti del nemico fosse il Liri, e che però, sguarnita quella frontiera, la città capo del regno rimanesse in pericolo, credendo certa ed irreparabile la perdita degli Abruzzi, propose ritirar l'esercito dietro al Volturno, seconda linea prestabilita ne' disegni di guerra. Il reggente, gli altri membri del Consiglio, poco innanzi consenzienti al ministro, poco appresso, con turpe facilità, consentirono al generale, e la ritirata del primo esercito decretata in quel dì fu ne' seguenti compita.
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